Nelle nostre miniserie abbiamo parlato di turismo esperienziale, dell’importanza della riqualificazione e della valorizzazione di un territorio.
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Daniele Nannetti, Ceo di Villa Petriolo, che con il suo progetto ha saputo coniugare accoglienza e ruralità, lusso senza fronzoli e insieme riscoperta della campagna toscana, il tutto condito dall’utilizzo di energie alternative.
Scopriamo insieme al nostro ospite i temi del food, del benessere, del rispetto ambientale e dell’identità del territorio.
Daniele tu racconti Villa Petriolo come fosse un atto d’amore, perché? Nei riguardi di chi o cosa?
Si è un atto d’amore nei confronti della mia terra, la Toscana: che è famosa nel mondo per essere la culla del rinascimento. Ma il Rinascimento è nato grazie a quel surplus di risorse che la terra ha regalato ad uomini illuminati che poi hanno destinato lo stesso surplus per costruire Palazzi, Chiese e opere d’arte. Abbiamo bisogno di un rinascimento contemporaneo che ci aiuti a restaurare quel rapporto sinergico fra uomo e natura.
Pensare oggi alla sostenibilità di una location destinata all’accoglienza va molto al di là della semplice strategia di green marketing. Quanti elementi partecipano al raggiungimento di obiettivi di tutela ambientale e inclusività sociale?
Bisogna partire da lontano con una pianificazione logistica e strutturale che ti permetta di coniugare una gestione ecosostenibile con il profitto economico. Una win-win situation che affianchi ad una gestione di tutela ambientale un ritorno finanziario sostenibile che permetta di investire anche nelle risorse umane a km 0, quei giovani che vivono nel territorio dove siamo ubicati e che hanno voglia e capacità per essere quel valore aggiunto ad un’operazione del genere.
E’ vero che il progetto d’accoglienza è stato dimensionato sul bilancio ambientale della tenuta?
Si. Non possiamo parlare di ecosostenibilità se non fossimo i primi a dimensionare i servizi che offriamo secondo delle rigide regole date dal calcolo della carbon footprint e della water footprint, certificazioni che stiamo prendendo grazie alla progettazione dell’intervento secondo la nostra filosofia originale.
Questa progettazione ci ha portato inesorabilmente al raggiungimento anche della nuova ISO21401: il turismo sostenibile nelle strutture ricettive.
Il nostro paese è un trionfo di patrimoni storici, molto spesso vincolati, pertanto difficili da recuperare architettonicamente e quasi impossibile trasformare in luoghi sostenibili. Villa Petriolo ha superato anche questi limiti.
È vero, ma non è stato facile. Il MIBACT con la Soprintendenza delle belle arti di Firenze ha apposto il vincolo monumentale e paesaggistico sopra la struttura del borgo dove Villa Petriolo è ubicata con la denominazione di Sistema Villa-Fattoria tardo cinquecentesca. Fortunatamente abbiamo avuto un funzionario della Soprintendenza illuminato che ci ha permesso di intervenire a livello strutturale nel miglioramento energetico dei fabbricati nel pieno rispetto del valore storico e architettonico degli stessi.
Un altro elemento di difficile equilibrio è quello di pensare al lusso e alla sostenibilità come due momenti antagonisti. È cosi? Si può soggiornare nel comfort e rispettare l’ambiente?
Assolutamente si. Faccio l’esempio della doccia. Noi tutti siamo abituati a far scorrere l’acqua anche decine e decine di secondi fino a non trovare la temperatura giusta. Immagina quanta acqua sprechiamo così facendo; a Villa Petriolo abbiamo realizzato un sistema di acqua calda sanitaria centralizzata riscaldata attraverso pannelli termici solari che permette di settare previamente una temperatura stabilita e l’acqua richiesta viene erogata alla temperatura desiderata immediatamente. Questo è comfort allo stato puro, a costo energetico bassissimo.
In realtà noi poi abbiamo voluto chiudere il cerchio ( economia circolare chi? ) installando un depuratore che riceve tutte le acqua della tenuta e le rilancia nel nostro lago che si converte quindi anche in una fonte di acqua rinnovabile a servizio della produzione agricola.
Siamo giunti alla conclusione della nostra chiacchierata, ma non temete ci sarà una seconda parte. Noi siamo curiosi e voi?